MALDIVE – UNA COLLANA DI PERLE NELL’OCEANO INDIANO
Amici del Mare, questa volta voleremo sugli atolli Maldiviani ma non per essere dei pigri turisti distesi sulle bianche spiagge, ma per visitare diversi atolli nella maniera più comoda, in crociera.
L’arcipelago delle Maldive è formato da 1190 isole che si snocciolano come perle di una lunga collana nell’Oceano Indiano. Le isole che sono riunite in ventisei atolli, sorgono su una dorsale rocciosa che dal fondo di 4.000 metri dell’oceano, si alza fino ad una settantina di metri di profondità.
L’arcipelago ha una lunghezza di 754 chilometri ed una larghezza massima di 188 chilometri. Solo poco più di duecento isole sono abitate, mentre le altre sono completamente deserte. Il modo migliore per visitarle sia sopra che sotto il mare è in barca, le barche più belle che solcano questa parte di oceano sono di Albatros Top Boat, un’organizzazione italiana che vanta esperienza ultra trentennale di Safari maldiviani. Navigheremo tra gli atolli di Male Sud ed Ari Nord a bordo dell’ammiraglia della Albatros che porta il nome di “Conte Max”.
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Partendo da Roma, con un volo di otto ore si raggiunge quella che è la capitale delle Maldive, la città di Male. Quando volo scelgo sempre il posto accanto al finestrino per effettuare riprese video che utilizzerò per i miei reportage, ma questa volta sono stato particolarmente fortunato perché la vista dall’alto è stata spettacolare. Un’ora dopo aver sorvolato il deserto della zona degli Emirati Arabi, l’oceano inizia a regalare colori incredibilmente intensi, fino a quando non compaiono i primi atolli maldiviani. Le sfumature di blu che circondano gli isolotti appartengono a scale cromatiche fantasiose, si passa dal turchese intenso fino al color acqua marina, mentre la sabbia bianca mette in evidenza il verde intenso delle palme da cocco, uno spettacolo che emoziona. Solo dall’alto si riesce a percepire la grandezza dei vari atolli che sembrano delle collane appoggiate su un panno di velluto blu.
Anche l’atterraggio è emozionante, soprattutto per chi non è mai stato alle Maldive, infatti quando l’aereo inizia la discesa, non si vede assolutamente la pista, addirittura sembra di atterrare in acqua. L’aeroporto è adiacente ad un porticciolo, comodissimo per raggiungere le varie isole o l’imbarcazione da Safari subacqueo.
Finalmente a bordo, via le scarpe, via i jeans, via la felpa, caldo finalmente! La cabina n.8 è veramente confortevole, addirittura ha il letto ad una piazza e mezza, doccia larga più di un metro e mezzo, una finestratura con vetri a specchio che abbraccia tutta la parete della cabina, insomma bellissima. Devo dire che in questo viaggio ero raccomandato dall’armatrice, la Sig.ra Dodi.
Din, din, din, suona la campana, è pronto il pranzo! Una tavola imbandita degna dei migliori ristoranti, carpaccio di cernia e prosecco, primi piatti piccantissimi maldiviani e anche rigatoni, insomma una gioia per gli occhi ed anche per il palato. Mi aspettavo un buon servizio ma questo mi ha stupito.
Intanto Conte Max, la barca da crociera, si muone lentamente tra le perle dell’oceano indiano con prua verso occidente alla volta dell’atollo di Ari Nord, il punto più lontano della nostra crociera.
Il mare è calmo, la barca sembra ormeggiata, solo una leggera brezza fa percepire la navigazione, ma non resisto tanto a fare la lucertola, quindi inizio ad assemblare la mia attrezzatura da video ripresa subacquea. Il montaggio è sempre un’operazione da fare con calma e cura, viti e vitarelle vanno strette bene ma senza forzate, gli o-ring vanno controllati accuratamente e poi lubrificati, si caricano tutte le batterie ed infine si alloggia all’interno della custodia subacquea la telecamera, finalmente il bambino, come definisco la mia telecamera, è pronto per fare il bagnetto.
Ormai è pomeriggio però il sole picchia ancora forte, il comandante indiano chiama Marta, la biondissima guida subacquea, per dirle che stiamo per arrivare al primo sito di immersione, non sto più nella pelle, non vedo l’ora di scendere in acqua.
Ma dov’è finita l’attrezzatura subacquea? Incredibile il Conte Max ha un Dhoni di appoggio, una tipica barca maldiviana che funge da centro diving, praticamente l’attrezzatura subacquea viene assemblata una sola volta e rimane a bordo del Dhoni per tutta la crociera ed i ragazzi maldiviani provvedono, dopo l’uscita dall’acqua, a ricaricare le bombole, fantastico, zero fatica, zero stress!
Ci siamo, stacchiamo la cima dalla barca madre ed in pochi minuti raggiungiamo Ras Fari outside. Pinne ok, maschera ok, bombola aperta, pronti via! Da non credere, il mare ha una temperatura che oscilla dai 29 ai 30 gradi, la visibilità supera i quaranta metri, un sogno per chi si immerge come me.
Iniziamo la discesa e subito si intuisce la ricchezza della fauna, centinaia di pesci colorati mi circondano, per nulla impauriti dai subacquei. Ogni volta che scendo in mare è un emozione, non è facile descrivere questo momento, è una sensazione di fame, con lo stomaco si contrae, oppure si può paragonare a quando si annusa un profumo gradevole che ci solletica il naso e ci fa accennare ad un sorriso, insomma un momento magico e personale.
Nella prima discesa le guide della barca eseguono un check sui subacquei in modo da avere un quadro generale sull’esperienza dei singoli sub. L’immersione in questo sito è bellissima, banchi di pesci soldato, color rosso intenso, coprono la barriera corallina, quasi a nasconderla agli occhi dei visitatori.
Il reef non è molto colorato a causa dello sbiancamento dei coralli, causato dall’innalzamento della temperatura degli oceani, ma comunque ricco di spugne incrostanti, coralli duri e molli tra cui spiccano le inconfondibili alcionarie ed i rossi coralli a frusta. In acqua i minuti volano, Marta ci fa segno di iniziare la risalita e guardando verso l’alto vediamo il primo squalo maldiviano. Elegantissimo, attraversa il sole regalandoci una silhouette in controluce, le sue lente movenze non fanno capire la sua potenziale pericolosità, è veramente il signore del mare.
Sulla barca regna una calma assoluta, dal sundeck, il punto più alto della barca, si vedono gli atolli circondati dal mare turchese, nessun rumore nelle orecchie, solo la carezza di una leggera brezza, sarà questo il paradiso?
Il Conte Max riprende la navigazione e tra un’immersione e l’altra raggiungiamo un mitico sito di Rasdhoo. Esso si trova sul reef esterno dell'atollo di Ari, è molto piccolo ma ricchissimo di pesce ed è famoso soprattutto per gli squali martello. È pomeriggio inoltrato quando avvistiamo all’orizzonte Rasdhoo, intanto noto un movimento a bordo, i cuochi si preparano a scendere sul tender, ma dove andranno?
Il mistero viene svelato subito da Marta che ci annuncia una cena diversa dal solito, sarà una sorpresa!
Il tramonto tinge il cielo con dei colori unici, tutto diventa color pesca con delle sfumature azzurre, le poche nuvole all’orizzonte sembrano disegnate da un pittore fantasioso e pian piano la notte si impossessa del cielo lasciando spazio alla via lattea che da questa latitudine è eccezionalmente luminosa.
Ecco che arriva Marta, “Ragazzi, prendete un asciugamano con voi, si scende!”. Saliamo sul tender e in pochi minuti raggiungiamo un’isoletta deserta dove si vedono solo decine di candele accese. Bellissimo, i ragazzi della barca hanno preparato una cena sull’isola ed invece di portare i tavoli hanno realizzato con la sabbia corallina uno squalo balena che funge da supporto per i piatti. Non manca nulla, tutte pietanze squisite e sofisticate, buonissimo anche il pesce cucinato sulla brace di legno di cocco.
Veramente una sensazione unica, solo il rumore del pigro rompersi delle onde sulla spiaggia, l’illuminazione data dalla fioca luce delle candele e dalla falce di luna che si specchia nell’oceano indiano, confermo “questo è il Paradiso”.
Ore sei, sveglia per tutti, ci aspetta il blu di Rasdhoo. Saliamo sul dhoni e raggiungiamo l’esterno del reef dove scenderemo per vedere gli squali martello.
Uno dopo l’altro ci tuffiamo e come una squadra di paracadutisti ci lasciamo andare nel mare sino a raggiungere i meno quaranta metri. Il blu diventa scuro, si ha la sensazione di sentire l’acqua più densa…. Eccoli, gli squali martello, salgono lentamente, noi rimaniamo immobili come era stato detto nel briefing. Pian piano si avvicinano, sono curiosi di sapere chi siamo, sono bellissimi e stranissimi, uno scherzo della natura. La testa schiacciata sembra un alettone di una macchina da corsa, gli occhi posizionati all’esterno dell’alettone, ops della testa, ci osservano e non si fanno sfuggire neanche un nostro movimento.
Sono una decina di martello, rimangono con noi pochi minuti prima di rituffarsi nelle profondità dell’oceano indiano. L’immersione non è finita ci rimane ancora della preziosa aria e allora visitiamo tutta la parete. Ogni buco del reef nasconde una tana da dove fanno capolino, murene, cernie e tante altre specie di pesci. Non mancano gli squali grigi, anzi ne sono diversi tutti fermi in corrente sul plateau a circa una decina di metri di profondità, con la bocca aperta per farsi pulire i denti dei pesci pulitori. Molto bello da vedere, un’immagine insolita di questi grandi predatori.
Sapevo dell’organizzazione impeccabile dell’armatrice del Conte Max, ma non mi aspettavo che avessero anche delle vedette in giro tra i vari atolli, infatti arriva una chiamata in barca che comunica all’equipaggio dell’avvistamento di uno squalo balena. Immediatamente Marta fa cambiare rotta al giovane comandate e poco meno di un’ora di navigazione raggiungiamo la baia segnalataci.
Incredibile, era vero, uno squalo balena di circa dieci metri si aggirava in acqua. Maschera, pinne, snorkel e via, questa volta senza bombole, saremmo troppo lenti per inseguire questi grandi ma pacifici squali.
Mamma mia è grandissimo! Scende giù in profondità e poi risale a bocca aperta per catturare il plancton di cui si nutre. Pian piano prendo confidenza con la sua mole e mi avvicino con la telecamera ma senza sbarrargli la strada, potrebbe spaventarsi e fuggire. Ho un bel grandangolo, ma ciò nonostante non riesco ad inquadrarlo completamente, sarà lungo una decina di metri, allora mi sposto di qualche metro indietro e meraviglia delle meraviglie eccone un altro, e poi un altro ancora, tre meravigliosi squali balena che nuotavano accanto a me.
Si è realizzato un sogno, anzi il sogno di tutti i subacquei, quello di nuotare con i meravigliosi Rhincodon typus. La giornata è stata fantastica, a bordo tutti parlavano del meraviglioso incontro, eppure avevo ancora la curiosità di osservarlo da vicino ed avrei voluto incontralo nuovamente.
Il comandante del Conte Max per farci ammirare con calma il tramonto ormeggia sempre, anche perché in queste zone non è consentita la navigazione notturna ma solo dall’alba al tramonto.
La cena è sempre gustosissima e viene servita nella parte poppiera dell’imbarcazione. Il personale di bordo accende sempre un faro che punta in acqua per farci osservare qualche pesce ed immediatamente dopo l’accensione della luce arrivano milioni di minuscoli gamberetti, il cosiddetto krill, il pasto preferito di balene, squali balena e tante altre creature del mare.
Non ancora finivamo di consumare la cena che all’improvviso è arrivato di nuovo lui, il pesce più grande del mondo, lo squalo balena. Incredibile, si è avvicinato alla nostra barca per nutrirsi di krill ed arrivava a bocca aperta fino allo specchio di poppa.
“Mi tuffo?” il tempo di prendere la videocamera e splash in acqua. Lo squalo è rimasto tranquillo a mangiare, ignorando tutti noi che nuotavano nel buio dell’oceano indiano. Gli occhi piccoli e la mancanza di denti, conferiscono al balena un aspetto dolcissimo, di essere buono ed indifeso, nonostante la sua ragguardevole mole.
Questa immagine notturna ha il sapore di un desiderio che si realizza, un fantasia tangibile, una foto indelebile nel mio cervello.
Grazie magiche perle dell’oceano indiano per avermi regalato emozioni così forti ed uniche.
Nel prossimo viaggio esploreremo i fondali dell’Australia ed anche un po’ della “terra di sotto”, come amano definirsi gli australiani. Intanto potete seguire le nostre avventure sul sito www.worldactivity.com
A presto, Marco Martella