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MALESIA – JUNGLA E MARE dal 17 al 29 febb 2011

Questa volta andiamo a scoprire la Malesia, le terre delle avventure di Emilio Salgari “Sandokan”. La nostra vacanza prevede un po’ di avventura nella jungla, mare per le immersioni e la visita alla capitale.

Partiamo da  Roma con volo Malaysian per atterrare nella bella capitale Kuala Lumpur.

Visto lo stop over lungo, abbiamo approfittato per fare un bel giro della città, partendo da Putrajaya, la città amministrativa a pochi chilometri dal centro urbano di Kuala Lumpur.

Il tempo non è dei migliori ma possiamo godere in pieno della visita grazie al nostro attrezzato pullman. Putrajaya è piena di bei ponti con stili architettonici diversi. La guida ci ha raccontato che il sultano, per evitare grandi problemi di costruzione dei ponti, ha deviato il fiume per un periodo, prosciugando la zona ed ha fatto rimettere l’argine nel luogo iniziale solo dopo l’ultimazione dei ponti. Veramente un’opera faraonica,    La posizione geografica della Malesia espone il territorio a diverse influenze climatiche, infatti si possono trovare differenti situazioni meteo nello stesso periodo. La parte peninsulare della Malesia confina a Nord con la Thailandia ed è bagnata al lato orientale dal Mar Cinese Meridionale e ad occidente dal mare dello Stretto di Malacca, mentre la parte del Borneo Malese confina a sud con l’Indonesia e circoscrive a nord il piccolo sultanato del Brunei, anche qui il Mar Cinese Meridionale bagna le coste del nord invece ad est, verso le Filippine, troviamo il ricco Mare di Sulu.

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La voglia di esplorare acque a me sconosciute, spesso mi porta a visitare anche la terra bagnata da questi mari , quindi come non esplorare i luoghi dove sono state ambientate le storie della tigre della Malesia?

In questo viaggio sono in compagnia di un nutrito gruppo di ragazzi del World Activity Club, tutti appassionati di immersioni e di natura. Si parte da Roma con un comodo volo della Malaysian Airlines per raggiungere Kuala Lumpur, dove visitiamo i luoghi più belli, da qui con un domestic fly voliamo a Kuching nella regione del Sarawak in Borneo. Questa città sonnecchiante è attraversata dal fiume Sarawak, dove è possibile fare delle  mini crociere per osservare meglio la città ricca di minareti, vista la religione prevalentemente Musulmana. Ho scelto questa città in quanto è un ottimo punto di partenza per esplorare la Jungla. Infatti con una guida ed attrezzati di tutto punto per affrontare la foresta pluviale, partiamo alla volta di una riserva naturale dove visitiamo il Semenggoh Wildlife Center. Qui si trova il centro di riabilitazione per gli Orangutan. Bellissimo poter ammirare questi animali che volteggiano tra gli alberi della Jungla, alcuni di loro hanno anche i cuccioli e si arrampicano sulle liane in cerca di un posto dove sedere per mangiare. In questi luoghi è obbligatorio il rispetto del silenzio per non farli scappare via e bisogna anche stare attenti a rimanere sottovento per non far percepire la presenza umana.

Sempre con la nostra guida, partiamo per lo Skrang river, un fiume limaccioso che navigheremo con delle tipiche barche a coda lunga per raggiungere una tribù locale, gli Iban. Una mezz’oretta di navigazione tra alberi che allungano le radici perso il fiume, ed eccoci approdare sulla riva di un micro villaggio. Ci accolgono delle donne vestite con tipici abiti colorati e suonano dei piccoli gong al nostro passaggio. L’accoglienza è calda e piena di sorrisi, ci fanno accomodare nella loro “long house”, una specie di lunga veranda che collega le piccole abitazioni delle singole famiglie che compongono la tribù degli ex tagliateste. Il nostro gruppo, in segno di ringraziamento, ha portato dei doni ai bambini, libri, quaderni e matite di legno colorate, non penne a biro o colori a spirito in quanto in questi luoghi remoti non c’è la possibilità di smaltire i materiali plastici.

Il capo tribù ci ha ringraziato e ci ha accolto come ospiti speciali, è veramente emozionante vederli cosi ospitali e cortesi. Ceniamo e trascorriamo la notte con loro, per fortuna avevo preparato bene il mio gruppo, soprattutto le ragazze, in quanto non ci sono bagni, quindi abbiamo dovuto usufruire della “natura” e del fiume per i nostri bisogni primari, un vero ritorno al passato.

La mancanza di inquinamento acustico ha riempito le mie orecchie dei suoni della Jungla, infatti nella notte si sentono gli animali che popolano questo mare di alberi, la pioggia sulle capanne genera un dolce rumore “rosa”, che trasmette calma e serenità.

Bella esperienza, direi unica anche per il contatto umano che si è creato con queste persone completamente tatuate. Ora si riparte! Il mare ci aspetta.

Da Kuching voliamo verso Kota Kinabalu, poi verso Tawau per raggiungere in macchina Semporna, il luogo dove abbiamo prenotato le barche che ci porteranno in un angolo di Paradiso, l’isola di Mabul. Questa piccola isola, ricoperta completamente da palme, è bagnata dal mare di Celebs che ospita una ricca barriera corallina, l’isola è talmente piccola che con poco meno di un’ora la si gira tutta. Non ci sono colline, la terra è un agglomerato di sabbia corallina e foglie di cocco, sembra un atollo maldiviano.

Ci sistemiamo nel resort che abbiamo prenotato dall’Italia, i bungalow sono accoglienti e tutti in legno di cocco, i giardini sono curatissimi e si gira a piedi scalzi. Ma ormai ci manca l’acqua, ci mancano le immersioni, dove sarà il Diving? Trovato! A poche decine di metri dalla piscina c’è il fabbricato sede del Borneo Divers.

L’acqua del mare è limpida con un colore tendente allo smeraldo, la temperatura è molto gradevole ed oscilla dai 29 ai 30 gradi, passeggiando sul pontile possiamo vedere la ricca vita sottomarina, stelle marine giganti, pesci pappagallo, pesci chirurgo sono riconoscibili e punteggiano di colore questo incredibile mare del Borneo

Abbiamo scelto di soggiornare a Mabul in quanto è un’isoletta con una posizione strategica, infatti con una trentina di minuti di navigazione si raggiungono i siti di immersione più belli della zona. Avevo sempre sentito parlare e visto delle immagini straordinarie di Palau Sipadan (Palau in malese significa “isola”), quindi lo scopo principale del viaggio era proprio quello di visitare quelle acque che Jaques Cousteau descrisse nel suo “Fantasmi del mare delle tartarughe”.

Le aspettative sono rispettate in pieno, un tuffo alla “barcaiola” e giù sul pianoro di sabbia bianca, con poche pinneggiate si raggiunge il Drop Off da dove parte una parete ricchissima di coralli duri e molli, piena di vita. Pinneggiando pinneggiando raggiungiamo il lato eterno della barriera dove veniamo accolti da decine di tartarughe che pigramente mangiano adagiate sui coralli. Alcune di esse nuotano verso l’alto per prendere aria e tornare nuovamente giù.

Sensazioni uniche, la tartaruga infonde un senso di pace e tranquillità, la tentazione di accarezzarne una è fortissima, ma si sa, in acqua non si tocca nulla specialmente le tartarughe che potrebbero spaventarsi e fuggire via velocemente.

Usciti dall’immersione, tutti si affrettano a raccontare ciò che hanno visto, 5, 10, 20 tartarughe in una sola immersione, incredibile!

Mi ha sbalordito la grande quantità di forme di vita di questa zona, un biodiversità difficilmente ripetibile in altre zone del globo terrestre. Continuano le immersioni e questa volta raggiungiamo Barracuda Point, un nome che lascia poco alla fantasia. Questa volta ci tuffiamo tutti insieme, infatti c’è corrente e l’immersione si svolgerà in drift, cioè a favore di corrente. Le prime volte fa paura lasciarsi trasportare da questo fiume che scorre nell’acqua ma ci si abitua subito, anzi poi si impara ad apprezzarla in quanto si cammina molto e si consuma poca aria…..tanto la barca, non appena riemersi, ci viene a prendere! Appena arrivati a quota immersione e dopo pochi colpi di pinna eccoli arrivare come un treno in corsa, centinaia e centinaia di barracuda che nuotano in maniera ordinata uno dopo l’altro formando un muro scuro impenetrabile. È uno spettacolo che non si dimentica più nella vita.

Sipadan offre sempre spettacoli unici, squali pinna bianca e tartarughe verdi sono sempre presenti e chi si immerge può osservare entrambe le specie che sono in totale armonia tra di loro.

I siti di immersioni a Sipadan sono tanti, ma esploriamo anche le zone limitrofe ed anche quelle della nostra Palau Mabul, dove riusciamo ad osservare il raro e timido Mandarin Fish, un pesciolino coloratissimo dalla abitudini particolari, infatti esce solo per pochi minuti al giorno dalla sua tana.

Nella zona antistante il nostro resort, nel mare, c’è una vecchia piattaforma che è stata adibita attualmente ad albergo e per non farci mancare proprio nulla siamo andati a fare una immersione sui piloni di questa struttura metallica. Stupefacente, a soli pochi metri d’acqua siamo riusciti a vedere un paio di cavallucci marini pigmei che, senza l’aiuto della guida subacquea, è praticamente impossibile vedere. Sono grandi un paio di centimetri e sono dello stesso colore della gorgonia su cui, difficili da scoprire e filmare senza l’aiuto di chi conosce quei fondali.

Amo talmente tanto far vedere e condividere le mie riprese subacquee che mi basta un sorriso dello spettatore per ripagarmi delle fatiche che affronto per trasportare in viaggio le attrezzature da videoripresa subacquea

I giorni trascorrono velocemente sull’isola, i tramonti che si godono dal pontile sono carichi di colori caldi. Gli abitanti di Mabul sono quasi tutti pescatori, solo qualcuno lavora nei tre resort presenti sull’isola, vivono in case palafittate e le stradine sono piene di bimbi che giocano, immaginate, non esiste asfalto!. Tutti i bambini amano farsi fotografare a patto che tu faccia rivedere loro la foto, infatti non appena appare sul display la loro immagine scoppiano risate fragorose. Un bel ritorno al passato dove si viveva con poco e ci si divertiva tanto.

L’ultimo giorno in questo angolo di paradiso è dedicato ad una sola immersione mattutina, il pomeriggio non si può, altrimenti non trascorrerebbero le ventiquattro ore necessarie per completare la desaturazione prima di volare. Un’immersione semplice ma ricchissima, infatti è come se tutti i pesci del luogo si fossero dati appuntamento per un saluto collettivo alla nostra associazione. Centinaia e centinaia di carangidi argento ci hanno circondato girando attorno a noi come per una danza di arrivederci.

A presto magica Malesia, terra della tigre, della jungla folta e con una mare fantastico.

Prossima meta Myanmar, l’ex Birmania, luogo sconosciuto e misterioso dove esistono ancora isole deserte, intanto potete visitare il sito www.worldactivity.com

A presto! Marco Martella

Tratto dal 'Il parlato' n. 24